A seguito del crollo dell’Unione Sovietica, lo sviluppo tecnico-industriale in Russia ha subìto un arresto tale da far sì che, ancora oggi, alcuni settori industriali e tecnologici non siano al passo con i tempi. Tale arretratezza ha comportato l’affermarsi di due fenomeni: il primo consistente nella necessità per gli imprenditori e le società russe di attingere alle conoscenze tecnologiche ed industriali di partner stranieri; il secondo nell’adozione di iniziative, anche da parte del Governo della Federazione Russa, per incentivare una rapida evoluzione tecnologica, al fine di colmare il gap creatosi a partire dalla fine degli anni ‘80.
Le iniziative adottate negli ultimi anni dal Governo russo per attirare in patria investimenti e tecnologie dall’estero sono state considerevoli, anche se oggi si segnala la tendenza a prestare particolare attenzione alla nazionalità di partner ed investitori stranieri (tale circostanza, tuttavia, a detta del direttore dell’Agenzia statale Rusnano, Anatolij Chubais – già consigliere economico del Presidente Putin – non ostacolerà la continua ricerca di partner e investitori di altri paesi).
Tra le iniziative che il Governo russo ha sviluppato al fine di rilanciare l’evoluzione tecnologica in Russia pare particolarmente significativo l’ambizioso progetto del centro tecnologico di Skolkovo (progetto fortemente voluto dall’attuale Primo Ministro Dmitry Medvedev che, idealmente, sarebbe la “Silicon Valley” russa), che già ha suscitato l’attenzione di molteplici imprese estere che operano nel settore delle moderne tecnologie e scienze applicate. Si consideri che le attuali stime prevedono che entro la fine del 2014 il cluster operativo di Skolkovo conterà più di 130 partecipanti (una buona componente dei quali straniera) e attirerà ulteriori finanziamenti per oltre un miliardo di Rubli (circa venti milioni di Euro). La funzione precipua del centro tecnologico nell’oblast’ di Mosca è proprio quella di sviluppare e commercializzare progetti e start-up particolarmente meritevoli, erogando a tale scopo anche interessanti finanziamenti.
Si può inoltre affermare che il progetto Skolkovo è stato uno dei fattori che ha comportato anche una rapida evoluzione della legislazione russa (ad esempio nel settore della tutela della proprietà industriale e intellettuale), che comincia a presentare caratteristiche che delineano un quadro più favorevole anche per le operazioni di investimento dall’estero.
Il quadro attuale, corredato peraltro dall’ingresso della Russia nel WTO nell’agosto 2012, presenta delle condizioni interessanti e piuttosto rilevanti anche per gli imprenditori e le società straniere, che possono godere di condizioni particolarmente propizie laddove siano interessati ad investire nel settore tecnologico, anche esportando in Russia il proprio know-how e la propria tecnologia.
I benefici per gli imprenditori stranieri possono ravvisarsi in alcune facilitazioni previste per gli investimenti e nella possibilità di ottenere finanziamenti anche da alcune agenzie statali (ad esempio la citata Rusnano) per l’avviamento di attività in loco.
Per quanto concerne gli investimenti stranieri, segnaliamo che questi sono regolati dalla legge FZ – 160/1999, e successive integrazioni, e possono consistere in versamenti in denaro o nel trasferimento di diritti di proprietà (compresa la proprietà intellettuale), servizi e informazioni (cfr. art. 2 l. FZ-160/1999).
Tale normativa, alla luce anche delle più recenti modifiche al sistema tributario, prevede come principio fondamentale l’equiparazione tra investitori russi e stranieri, con, tra l’altro, alcune agevolazioni per questi ultimi. Le agevolazioni per gli investitori stranieri sono tendenzialmente legate al settore ed al tipo di investimento.
Due in particolare sono le tipologie di investimenti stranieri che godono di agevolazioni: gli investimenti stranieri diretti e gli investimenti stranieri prioritari.
I primi consistono nell’acquisizione di una quota non inferiore al 10% del capitale sociale di una società russa o nella creazione (con l’apporto di mezzi e capitali propri) di una filiale in Russia; i secondi, invece, sono investimenti che prevedono apporti di capitale non inferiori a un miliardo di Rubli o investimenti diretti per un importo non inferiore a cento milioni di Rubli.

Tra gli incentivi previsti vi sono l’esenzione dal pagamento dell’IVA per gli acquisti di impianti tecnologici prodotti all’estero e la detraibilità, ai fini di imposta sugli utili d’impresa, delle perdite dell’esercizio precedente nella misura del 20 % annuo per i 5 anni successivi (ma mai per un ammontare superiore al 50 % dell’ammontare dell’imposta).
In caso, poi, l’investimento straniero consista nella concessione di diritti di proprietà intellettuale, pare opportuno segnalare che le eventuali royalties derivanti non si vedranno applicata l’IVA.
Risulta però anche vero che in caso l’investimento di una società estera consista nell’acquisizione di un ammontare superiore al 20 % del capitale di una società russa, troveranno applicazione le regole nazionali della c.d. “thincapitalisation” (anche in deroga alle regole di non discriminazione previste dai trattati contro la doppia imposizione), le quali non sono sempre particolarmente favorevoli (ad esempio la thincap russa prevede che gli interessi siano solo parzialmente deducibili e solo nel caso in cui i debiti non superino tre volte il capitale sociale).
Si consideri tuttavia che la normativa fiscale russa è in continua evoluzione (segnaliamo che, già al momento in cui va in stampa questo approfondimento, è in corso l’esame di alcuni emendamenti all’attuale normativa fiscale che dovrebbero entrare in vigore a partire dal 2015) e, nei prossimi notiziari, vi sarà senz’altro occasione di fornire degli aggiornamenti più precisi in merito.
(A cura dell’Ufficio di Trieste – Dott. Andrea Piras – 0407600281)

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