Nel novembre 2014, 22 Paesi membri della Cooperazione Economica dell’Asia e del Pacifico (APEC), hanno approvato la creazione della Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture (AIIB), il cui capitale iniziale sarà di 50 miliardi di dollari, stanziati, per la maggior parte, da Cina e India.

I rappresentanti cinesi e indiani hanno affermato che la nuova banca elargirà il credito secondo criteri di “giustizia, equità e trasparenza”. Tale affermazione è stata letta, dai commentatori internazionali, come una provocazione indirizzata agli USA, maggiore sostenitore dell’altra Banca operante nello stesso mercato, vale a dire la Banca Asiatica di Sviluppo, fondata nel 1966 sotto la tutela della Banca Mondiale e ritenuta, da molti, piegata alle politiche statunitensi. A conferma di quanto appena riportato, basti aggiungere che solo 4 Paesi membri dell’APEC hanno votato contro l’istituzione della nuova Banca: USA, Giappone, Australia e Corea del Sud.

L’AIIB sarà lo strumento decisivo per lo sviluppo del commercio tra Europa e Asia, con particolare riferimento alle “nuove vie della seta”.

Pechino, infatti, con lo slogan “The new silk road. One way one dream” ha presentato nel 2012 un enorme progetto di creazione e sviluppo delle infrastrutture commerciali che allacciano l’Asia all’Europa, nel quale rientra la riproposizione in chiave moderna delle vie della seta.

La via terrestre su rotaia partirà dalla Cina e toccherà Iran, Iraq, Siria e Turchia per poi tuffarsi nell’Europa continentale, mentre quella marittima passerà per Malesia, India, Sri Lanka e Kenya per poi attraversare il Mar Rosso e arrivare in Europa attraverso Atene e Venezia, dove si ricongiungerà con la via terrestre.

Le prime merci (circa mille tonnellate) che hanno percorso la nuova via della seta terrestre, sono partite il 18 novembre 2014 da Yiwu, 300 km a Sud di Shanghai, e sono arrivate a Madrid il successivo 9 dicembre, ventuno giorni dopo.

Si stima che, in un futuro non troppo lontano, grazie ai suddetti investimenti e progetti per lo più cinesi, per lo stesso scambio (Yiwu – Madrid) saranno sufficienti due giorni e che la nuova via marittima della seta sarà operativa entro il 2025.

Le operazioni di Pechino comporteranno senz’altro dei vantaggi anche per gli operatori economici europei. Questi, nel breve termine, potranno e dovranno cercare di partecipare alla gara per collaborare alla creazione del cosiddetto “Chinese Dream”. Inoltre, nel lungo periodo, godranno dei vantaggi derivanti dalla riduzione dei costi di trasporto delle merci che un’Asia sempre più ricca continuerà a chiedere con maggiore interesse, a condizione che i produttori europei conservino uno standard qualitativo elevato dei loro prodotti.

(A cura dell’ufficio di Bologna – Avv. Graziano Marangi– 051 2750020)

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