Nel caso dell’occupazione abusiva di posti auto subita dal proprietario di un immobile di Trieste, la Suprema Corte ha accolto il ricorso e confermato il proprio orientamento: i danni da occupazione abusiva sono normalmente risarcibili, salvo casi veramente particolari.

Con l’ordinanza del 7 novembre 2023 n. 30984, la Corte di Cassazione ha rinviato una causa alla Corte d’Appello perché applicasse nel caso concreto i principi già enunciati l’anno scorso dalle Sezioni Unite a composizione di un contrasto insorto tra le sezioni semplici.

Facendolo, ha confermato che la Corte riconosce come danni presunti quelli subiti dal proprietario spogliato non solo dell’uso, ma anche della possibilità di mettere a frutto l’immobile abusivamente occupato.

La sentenza delle Sezioni Unite citata è la n. 33645 del 15 novembre 2022 .

I principi stabiliti da questa pronuncia e richiamati dall’Ordinanza sono sostanzialmente tre:

  1. il diritto al risarcimento del danno si concreta nella perdita che il proprietario subisce per l’impossibilità di godere del bene, direttamente o dei suoi frutti, come nel caso in cui venga concesso a un terzo dietro corrispettivo;
  2. se questo danno di cui si chiede il risarcimento non può essere dimostrato nel suo preciso ammontare, il giudice dovrà liquidarlo in via equitativa valutandolo in relazione ai valori di mercato;
  3. il fatto costitutivo del diritto al risarcimento del mancato guadagno in favore del legittimo proprietario del bene è lo specifico pregiudizio da lui subìto per non avere goduto del bene; perché ad esempio, l’avrebbe concesso in godimento ad altri ad una valore superiore a quello di mercato o lo avrebbe venduto al suo massimo valore.

Nel caso di Trieste la Corte stabilisce che non rileva che il proprietario non abbia dato la prova di avere avuto l’intenzione concreta di affittare o vendere l’immobile, soprattutto quando, come accaduto nella fattispecie, il convenuto (occupante abusivo) non ha contestato in maniera specifica questa circostanza; né l’assenza di prova in questo senso può essere ritenuta la dimostrazione di un intenzionale disinteresse del proprietario rispetto al godimento del bene, come invece aveva ritenuto la Corte d’Appello.

Il danno causato dalla occupazione abusiva di un immobile (o di una pertinenza, come nel caso di Trieste), è un danno che va presunto in quanto normalmente connaturato, nella sostanza, alla violazione della proprietà.

Solo la presenza di specifici elementi contrari, che il convenuto deve dimostrare, permette di superare questa presunzione.

L’ordinanza conferma l’orientamento consolidato della Corte di Cassazione che riconosce al proprietario, vittima dell’occupazione abusiva, la tutela al valore economico pregiudicato dal comportamento illegittimo degli occupanti.

 

A cura dell’avv. Andrea Giardini – Senior Partner – andrea.giardini@studiozunarelli.com

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