Liquidate le spese e l’indennità al custode di commodities oggetto di sequestro penale

Il GIP del Tribunale di Trieste, in accoglimento dell’istanza proposta nell’interesse del custode penale dei beni sequestrati, ha liquidato sia l’indennità di custodia che il rimborso delle spese vive sostenute per la conservazione dei beni. In modo particolare l’indennità di custodia è stata liquidata sulla scorta dei criteri previsti dal D.M. 265/2006, mentre la liquidazione delle spese è stata disposta sulla base della documentazione fornita, comprovante gli effettivi esborsi sostenuti dal custode per la conservazione dei beni sottoposti al vincolo di sequestro. Nella quantificazione disposta in via equitativa, il GIP ha tenuto in considerazione le tariffe applicate dal custode nei confronti dei propri clienti, considerando che il sequestro ha impedito a quest’ultimo di utilizzare altrimenti, per la sua attività imprenditoriale, gli spazi destinati a conservare le commodities sequestrate. Le citate tariffe sono state utilizzate come parametri di riferimento, ma sono state ridotte proporzionalmente in considerazione della componente di guadagno che sarebbe spettata al custode nello svolgimento della propria attività imprenditoriale. Con il provvedimento in commento si è ribadito l’obbligatorietà della corresponsione dell’indennità al custode penale, al quale spetta altresì la rifusione delle spese vive sostenute, a prescindere da una apposita richiesta in tal senso ad opera dell’interessato.

(a cura dell’Ufficio di Trieste – Avv. Federica Fantuzzi – 0407600281)

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