Gli Emirati Arabi Uniti sono una federazione composta da sette emirati, Abu Dhabi, Dubai, Sharjah, Ajman, Umm Al Quwain, Ras Al Khaimah e Fujairah situati nella parte sud-est della penisola arabica.
Nonostante la superficie piuttosto ridotta, 86.600 km2 (meno di 1/3 dell’Italia) e una popolazione di circa 5.315.000 di abitanti, l’importanza degli UAE è enorme sul piano internazionale, sia per la posizione geografica strategica sia per la produzione di petrolio.
L’emirato di Dubai, formalmente istituito nel 1833, è il secondo emirato più grande per estensione dopo Abu Dhabi e costituisce, ad oggi, uno dei più importanti centri per il commercio a livello mondiale. Essendo, com’è noto, l’estrazione petrolifera nel territorio inferiore rispetto ai paesi vicini, l’economia dell’emirato si basa principalmente sul settore terziario concentrandosi in particolare su edilizia e turismo.
Al fine di promuovere la modernizzazione e lo sviluppo funzionale della città, nonché offrire ai cittadini un moderno apparato di servizi finanziari, commerciali e sociali, il governo di Dubai ha recentemente pianificato una strategia economica innovativa, nota come Dubai Strategic Plan 2015. Tale piano, attraverso la formulazione di una serie di principi guida per i vari settori che lo compongono, mira alla creazione di un quadro di sviluppo comune per il progresso economico del Paese.
Per quanto riguarda le pratiche commerciali, nel triennio 2011-2013, l’interscambio Italia-Emirati ha sempre registrato un saldo positivo per il nostro Paese. In via generale, gli Emirati Arabi Uniti si mostrano in linea con gli standard di commercio internazionali e non sussistono restrizioni alcune su importazioni ed esportazioni, tranne rare limitazioni minori. Dati ICE mostrano come nell’ultimo biennio si sia raggiunto un incremento complessivo delle esportazioni italiane in loco del 50%.
Sul piano fiscale, è importante segnalare la legge n. 309 del 28 agosto 1997, di ratifica ed esecuzione della convenzione sottoscritta tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo degli Emirati Arabi Uniti contro la doppia imposizione in materia d’imposte sul reddito e la prevenzione delle evasioni fiscali (S.O. n. 187/L alla Gazz. Uff. n. 218 del 18 settembre 1997 – entrata in vigore il 5 novembre 1997).
In materia societaria, la legge federale n.13 del 1988 (la c.d. ‘Legge delle Società Commerciali’) rende obbligatorio che, per la costituzione di una società, gli stessi cittadini locali debbano possedere almeno il 51% del capitale sociale, mentre il restante 49% può appartenere a soggetti stranieri.
Le uniche eccezioni a tale regola generale permangono le cosiddette Free Zones dove è possibile, a seconda della specifica zona franca, costituire una società con il 100% di proprietà straniera, il 100% di esenzione sui dazi doganali sull’import – export, il 100% di possibilità di rimpatrio dei capitali e dei profitti, nonché nessuna imposta sulle imprese.
Grazie all’elevato reddito derivante non solo dal petrolio, ma anche e soprattutto dall’industria manifatturiera, dall’edilizia e dal commercio, nonché grazie alla fortissima propensione all’import, vediamo come gli Emirati Arabi Uniti in generale, e Dubai in particolare, siano oggi in grado di offrire ai nostri imprenditori enormi prospettive d’investimento destinate indubbiamente ad aumentare, specialmente in vista delle enormi opportunità che si profileranno grazie al Dubai EXPO del 2020.

(A cura dell’Ufficio di Bologna – Dott.ssa Linda Tontodonati – 051 2750020)

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