L’industria dell’healthcare emiratina sta attraversando una fase di enorme sviluppo in tutta l’area del Golfo. Nel 2015 l’interscambio Italia-EAU ha confermato un andamento positivo nel settore sanitario e diversi sono stati i record segnati, tra cui, nello specifico, l’import/export di prodotti medicali, che ha raggiunto un fatturato di circa 74 milioni di dollari e un tasso di crescita del 16% annuo.  Con l’avvento dell’Expo, la richiesta di prodotti e servizi sanitari è destinata ad aumentare, con nuove e interessanti opportunità d’investimento per le imprese italiane operanti nel settore.

In via generale, la regolamentazione dell’importazione ed esportazione di prodotti e dispositivi medicali negli Emirati Arabi Uniti fa capo al Ministry of Health (Ministero della Sanità) il quale dovrà rilasciare un’approvazione speciale in quanto categorie di prodotti “destinati ad essere impiegati nell’uomo o sull’uomo a scopo di diagnosi, prevenzione, controllo o terapia.”

Una volta ottenuto lo “special approval”, per procedere alla concessione del nullaosta all’importazione, l’Autorità doganale richiederà l’avvenuta registrazione dei prodotti nella Banca Dati del Ministero della Salute, e verificherà la regolarità della documentazione di accompagnamento dei singoli prodotti importati.

Ad oggi, il controllo in dogana avviene in maniera informatizzata, quindi in automatico, e, in caso di documentazione non regolare, non viene rilasciato alcun permesso allo sdoganamento della merce, che rimane in giacenza o viene rinviata, a spese del mittente, al porto di origine.

Sul percorso verso Dubai 2020, il mantenimento per le imprese italiane di un’adeguata porzione di mercato nel settore richiederà azioni promozionali mirate contro una concorrenza straniera sempre più competitiva, che identifica negli Emirati Arabi Uniti un mercato privilegiato, al fine di presentare offerte complete per meglio sfruttare le diverse opportunità offerte dal Paese.

(A cura della Dott.ssa Linda Tontodonatilinda.tontodonati@studiozunarelli.com)

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