L’Agenzia delle Dogane di Trieste ha notificato a diverse società importatrici di porcellana cinese degli avvisi di accertamento con cui venivano richiesti maggiori dazi e IVA, nonché irrogata la sanzione per l’errata indicazione del valore delle merci in Dogana. Nella fattispecie concreta, il valore dichiarato in Dogana corrispondeva a quello effettivamente pagato all’esportatore, trattandosi di merce in stock.

L’Agenzia delle Dogane tuttavia, atteso che il valore dichiarato era inferiore a quello contenuto nelle banche dati relativo a merci similari, ha ritenuto di doverlo rideterminare, con conseguente modifica dell’importo dovuto a titolo di IVA e dazi.

L’Agenzia delle Dogane ha altresì applicato una sanzione che, in alcuni casi, è stata pari a circa cinque volte il valore dei diritti evasi.

La Commissione Tributaria triestina – nonostante l’espressa richiesta di rideterminazione del valore della sanzione, evidentemente sproporzionata rispetto alla violazione contestata, anche alla luce della veridicità del valore dichiarato – ha tuttavia confermato la sanzione irrogata dalla Dogana, ignorando i contrari precedenti giurisprudenziali. La decisione è ora sottoposta al vaglio dagli Organi di giustizia di grado superiore.

(a cura dell’Avv. Federica Fantuzzifederica.fantuzzi@studiozunarelli.com )

CategoryDiritto doganale

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