La National Health Commission e la General Administration of Market Supervision hanno di recente aggiornato e implementato nuovi standard nazionali per i prodotti alimentari da commercializzare in Cina, tra cui in particolare lo standard sanitario e qualitativo per i prodotti caseari, il quale sarà applicato a partire dal 22 novembre 2021 in sostituzione del GB 5420-2010, attualmente in vigore.

L’urbanizzazione, insieme all’incremento del potere d’acquisto della classe media in Cina, ha dato un forte impulso alle importazioni di prodotti occidentali, i quali stanno vivendo un forte processo di integrazione all’interno delle abitudini alimentari cinesi. Tra questi prodotti, i prodotti lattiero-caseari non fanno eccezione, identificandosi come prodotti con un alto grado di salubrità rispetto ai prodotti locali. Nello specifico, il formaggio, alimento che non compare nella tradizione culinaria cinese, sebbene abbia fatto il suo ingresso circa due decenni fa, soltanto recentemente viene apprezzato dai consumatori cinesi grazie a una buona attività di educazione sul prodotto, da un lato, sia per lo sviluppo di canali di vendita, dall’altro, quali  fast-food e canali HORECA in genere, che propongono il formaggio in vari piatti dolci o salati alla maniera occidentale.

La National Health Commission e la General Administration of Market Supervision hanno congiuntamente rilasciato 50 standard nazionali sulla sicurezza alimentare e 4 emendamenti. Tra questi, il 22 febbraio, è stato pubblicato il GB 5420-2021, ovvero il “National Food Safety Standard Cheese”.

Rispetto a quanto definito dall’attuale standard GB 5420-2010, i principali cambiamenti inseriti nel nuovo standard sono:

 

  • Revisione dell’ambito di riferimento;
  • Revisione della terminologia e della definizione tecnica;
  • Revisione dei requisiti sensoriali;
  • Revisione dei limiti della quantità di microorganismi
  • Etichettatura

 

  1. Ambito di applicazione

La revisione dell’ambito di applicazione del nuovo standard elimina la precedente differenziazione fra formaggio stagionato, formaggio stagionato con muffe e formaggio non stagionato, riportando unicamente il termine “formaggio”, senza alcuna differenziazione fra le varie tipologie che era invece presente nella precedente normativa.

 

  1. Definizione tecnica
  • Il termine “formaggio”, secondo il nuovo standard, indicherà formaggi stagionati o freschi, a pasta molle, semidura, dura o extra dura e ricoperti. Nei prodotti caseari prodotti con l’utilizzo di latte di origini animale diversi dal latto di mucca, il rapporto tra “proteine del latte” e “caseina” nel prodotto finito non deve superare il rapporto corrispondente fra questi due elementi presente nel latte utilizzato come materia prima. Unica eccezione fatta dal legislatore è per la ricotta.

Si precisa che è la prima volta che il latte di altre origini animali viene indicato come componente del formaggio ammesso come materia prima nei formaggi importati in Cina.

 

  • Nella fase di produzione del formaggio, è consentito aggiungere altre sostanze che conferiscono sapore o che preservano la compattezza del prodotto. La quantità di tali sostanze non deve superare l’8%.

Le modifiche sopra menzionate, dovrebbero favorire un aumento delle tipologie di formaggio ammesse in Cina, grazie a una riduzione delle restrizioni prima imposte ad alcune varietà non regolate dallo standard attuale.

 

  1. Revisione dei requisiti sensoriali

Data la varietà di formaggi che grazie alla nuova normativa la Cina intende accogliere sul proprio mercato, nonché i relativi sapori e odori, il regolatore ha abbandonato i requisiti specifici in termini di colore, sapore, odore e forma, attualmente previsti dal GB 5420-2010. Il nuovo standard ha quindi sostituito questi aspetti semplificandoli nelle espressioni generiche come “colore consueto del formaggio”, “sapore e odore tipici di quella tipologia di formaggio”, “forma tipica per quella tipologia di formaggio”.

 

  1. Revisione dei limiti delle quantità di microrganismi

In generale, il formaggio è un prodotto alimentare ottenuto dalla fermentazione microbica, processo avviato mediante una combinazione di batteri, che includono muffe e lieviti, i quali conferiscono al formaggio particolari caratteristiche in termini di odore, sapore e forma. La CAC (Codex Alimentarius Commission), insieme ai relativi Stati e regioni hanno rimosso i limiti nella quantità di muffe e lieviti, in maniera pertinente alla mancanza di documentazione ufficiale che segnalino il rischio di malattie alimentari causate da muffe e lieviti. Per tale ragione, il nuovo standard ne rimuove i limiti.

Attualmente, a causa dei differenti requisiti in termini di indicatori microbici, molti formaggi importati non erano ammessi nel territorio cinese a causa di una eccessiva quantità di lievito o muffa presente.

La rimozione di questi indicatori è pensata per favorire ed ampliare i formaggi presenti sul mercato cinese, riducendo i casi di blocco dei prodotti a causa di questi limiti normativi.

Per quanto riguarda, invece, la quantità di batteri patogeni (Staphylococcus aureus, Salmonella, Listeria monocytogenes), presenti nel prodotto, devono essere conformi allo standard GB 29921-2013.

 

  1. Etichettatura
  • L’etichetta del prodotto deve contenere informazioni chiare sul trasporto e sulle temperature di conservazione

Sebbene da un punto di vista normativo è chiara la volontà di aprire il mercato a nuovi operatori o nuove tipologie di prodotti, da un punto di vista legale, la procedura di esportazione dei prodotti lattiero-caseari è piuttosto articolata. Data la natura complessa e volubile della normativa, è importante in questo settore verificare preventivamente la possibilità di commercializzare i propri prodotti in Cina e gli standard nazionali (GB) di riferimento.

 

Avv. Luigi Zunarelli –  Junior Partner Shanghai Office

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