Il porto di Ravenna rappresenta un importante punto di riferimento per il Centro-Nord Italia, qualificandosi come porto leader nella movimentazione di una vasta serie di comparti merceologici, soprattutto nei traffici con il Mediterraneo orientale.

Il porto è oggi oggetto di una serie di importanti cambiamenti che trovano un impatto positivo anche sul settore dell’agroalimentare e, in particolare, dell’ortofrutta. Questo comparto è infatti maggiormente sensibile rispetto ad altri settori sui tempi di percorrenza della merce a causa della deperibilità della merce in oggetto. Tali criticità ad oggi rendono l’area ravennate meno competitiva rispetto ad altri porti europei in termini di transit time (5-7 giorni in più rispetto al porto di Algeciras) ed è per tale ragione che il potenziamento delle capacità portuali di Ravenna appare come condizione necessaria per conciliare le potenzialità del settore ortofrutticolo italiano con la possibilità di movimentare i prodotti via mare all’interno di un sistema intermodale efficiente. Il porto di Ravenna ha quindi intenzione ora di superare quelle criticità logistiche attraverso una serie di interventi sulle infrastrutture esistenti che prende il nome di “Ravenna Port Hub: Infrastructural Works” (di seguito Ravenna Port Hub).

In maniera sinergica al Ravenna Port Hub, è stato inoltre raggiunto un accordo tra l’Autorità di sistema portuale, Regione, Comune e Coldiretti, i quali hanno di recente firmato un Protocollo di Intesa per l’avvio del c.d. “Farm to Port”, mettendo nero su bianco l’ambizione di rendere il porto di Ravenna principale piattaforma logistica del nord-est per l’import/export dei prodotti deperibili, con particolare riferimento al commercio con la Cina nell’ottica di una maggiore agevolazione degli scambi commerciali tra i due Paesi soprattutto in termini di tempistiche.

Su questa scia, il Farm to Port dovrebbe prevedere interventi urbanistici per più di 3200 ettari, la costruzione di una zona franca doganale, corridoi doganali e agevolazioni delle procedure amministrative e di controllo a cui verrà rivolto l’impegno di ciascuno dei sottoscrittori del Protocollo anche attraverso l’attivazione dei fondi stanziati dal Pnrr, che vede la destinazione di 800 milioni di euro alla filiera agro-alimentare.

In particolar modo, la volontà di realizzare un magazzino refrigerato a costituzione di un vero e proprio “polo del freddo” accelererebbe il salto di qualità del porto di Ravenna, offrendo un servizio di stoccaggio per beni deperibili alle aziende sia in un contesto di importazione che di esportazione.

Il riferimento alla filiera dell’ortofrutta non è casuale. Quest’ultimo rappresenta infatti una delle voci più rilevanti del comparto agroalimentare Made in Italy e sicuramente cela un ottimo potenziale come fattore di traino per l’export italiano del settore. Esso incide per il 20% sull’agroalimentare per un valore di 15 miliardi di euro, di cui un terzo è destinato all’export già in netta ripresa rispetto agli altri settori dell’agroalimentare dopo lo stallo economico causato dalla crisi sanitaria.

Un’area fortemente vocata all’ortofrutta confinante con i maggiori distretti produttivi di frutta quali Veneto e Trentino ha necessariamente bisogno di sanare le carenze logistiche, offrendo delle condizioni che possano permettere al porto di Ravenna l’acquisizione di quel valore aggiunto in grado di soddisfare le esigenze di numerose aziende della logistica distributiva, aziende industriali che importano materia prima e piccole e medie imprese produttrici di prodotti alimentari che necessitano di supporto logistico per il consolidamento sui mercati esteri.

In particolar modo, se l’interlocutore con cui il mercato italiano si interfaccia è il mercato cinese, tale necessità acquisisce maggiore rilevanza dal momento che il commercio ortofrutticolo Italia-Cina vale più di un miliardo di dollari e, per tale ragione quest’ultima rappresenta una realtà che non può essere sottovalutata sia come produttore che come consumatore di prodotti ortofrutticoli.

 

Asia Desk – Studio Legale Zunarelli

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