A cavallo tra la Russia e la Cina, il Kazakhstan, con i suoi quasi 3 milioni di kmq, rappresenta il nono paese più vasto al mondo per estensione. La vastità territoriale, insieme alla posizione strategica, contribuiscono nel rendere il Paese un attore di sicuro interesse all’interno della macro-regione asiatica, nonché economia-guida dello spazio centro-asiatico.

Sin dall’acquisizione dell’indipendenza, nel 1991, a trainare lo sviluppo dell’economia del Kazakhstan è stato e continua ad essere principalmente il settore degli idrocarburi, insieme ai beni e i servizi legati al settore estrattivo minerario. In particolare, quest’ultimo fa perno sulla abbondante ricchezza di riserve naturali di petrolio e gas presenti nel territorio kazako che da sempre rappresentano la principale fonte di attrazione degli investimenti da parte delle grandi multinazionali, ma allo stesso tempo il governo locale è ben consapevole della necessità di diversificare la propria economia a supporto della crescita dell’intero Paese.

A livello territoriale, il Kazakhstan compare tra gli stati privi di uno sbocco sul mare. Tuttavia, il sistema infrastrutturale dei trasporti appare piuttosto diversificato e spazia dal trasporto su strada, trasporto su rotaia, via aereo e gasdotti. L’efficienza di tale sistema, così come i punti di forza precedentemente citati, hanno reso il Kazakhstan uno snodo fondamentale all’interno delle Nuove Vie della Seta. In particolare, la linea ferroviaria Cina-Europa utilizza il Paese quale hub cruciale nello scambio commerciale tra la Cina e l’Europa. La maggior parte dei treni, infatti, transitano attraverso lo snodo commerciale di Khorgos, “porto di terra” inaugurato nel 2015 verso cui convergono due dei sei principali corridoi economici della Belt and Road Initiative.

È interessante notare come alcune recenti iniziative adottate dal governo kazako siano principalmente finalizzate alla riduzione della dipendenza del Kazakhstan da attività produttive legate al settore energetico, avviando di conseguenza un piano strategico che mira alla diversificazione economica. Su questa scia, il c.d. National Development Plan Through 2025 delinea una serie di priorità a lungo e medio termine che consentiranno lo sviluppo e rafforzamento di altri comparti industriali con lo scopo di guidare il Kazakhstan verso nuovi settori economici, nei quali anche partner internazionali potranno cogliere interessanti opportunità di collaborazione con gli operatori kazaki.

All’interno di tale strategia di diversificazione economica, settori quali economia verde ed energie rinnovabili, agribusiness, industrializzazione e meccanica sono stati identificati come principali settori di diversificazione della economia del Paese. Come anche emerso dall’ultimo business forum Italia-Kazakhstan, organizzato da Confindustria, tali settori prevedono un forte coinvolgimento dell’Italia, quale partner che permetterebbe, attraverso le tecnologie d’avanguardia di cui essa dispone, di supportare e completare il salto di qualità economico che il Kazakhstan ha recentemente avviato.

In particolare, tra i comparti economici sopracitati, un impatto positivo per l’export italiano si intravede sotto il profilo agricolo e agroindustriale. La forte vocazione agricola del Kazakhstan è adesso sotto i riflettori per via del trend di espansione che il Paese sta vivendo, sia in termini di terre coltivate che di modernizzazione sei sistemi produttivi. A confermare i risvolti positivi di questo settore sono i dati in riferimento all’anno 2020 che registrano un +5,6 della produzione agricola, per un totale di 12 miliardi, e un aumento degli investimenti del +15%.

Questo senz’altro favorisce l’interesse degli operatori locali nel know-how e nelle tecnologie italiane. L’Italia, infatti, rappresenta il terzo partner commerciale del Kazakhstan a livello globale e primo tra i Paesi dell’Unione Europea. Le esportazioni del Made in Italy, le quali hanno superato il valore di 1 miliardo di euro durante il periodo precedente alla pandemia, si compongono per quasi il 50% di macchinari, siano essi per uso generale che speciale. Sulla scia di tale trend positivo, il settore della meccanica, contestualizzato nel quadro di espansione agricola kazaka, lascerebbe intendere possibilità di sviluppo di partnership strategiche tra i due paesi.

A tal riguardo, sono varie le collaborazioni già avviate tra le aziende italiane e kazake in un connubio di successo tra il settore della meccanica e quello agricolo. Tali collaborazioni nascono essenzialmente dalla scelta, da parte di aziende kazake, di tecnologie d’avanguardia italiane per l’avvio dell’agricoltura 4.0 nel territorio kazako attraverso, quindi, l’impiego di macchinari agricoli, sistemi di produzione e coltivazione, nonché attrezzatture che possano guidare uno sviluppo agricolo sempre più innovativo e digitale firmato Made in Italy.

 

A cura dell’ Asia Desk – Studio Legale Zunarelli

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