Massimo Campailla, Senior Partner dello Studio e docente di Diritto della Navigazione e dei Trasporti all’Università degli Studi di Trieste, intervistato da Radio24, canale radiofonico del Gruppo Il Sole24Ore, ha approfondito il tema dell’intermediazione nel settore dell’autotrasporto, un fenomeno sempre più rilevante che vale, secondo le stime, tra i 4 e i 5 miliardi di euro sui 60 complessivi del comparto.
L’intermediazione, ha spiegato il Prof. Campailla, non è di per sé un elemento patologico: “la possibilità per un vettore di affidarsi a un subvettore consente una maggiore elasticità del sistema”. Tuttavia, un uso eccessivo di subvezioni e catene di affidamenti troppo lunghe possono generare effetti distorsivi poiché il corrispettivo che percepisce chi materialmente esegue il trasporto si allontana sempre più da quello pagato dal committente, con una conseguente perdita di valore aggiunto e trasparenza.
Sul piano normativo, Campailla ha richiamato l’attenzione sul Regolamento UE 2020/1055, che impone alle imprese di trasporto stabilite in altri Stati membri di garantire una proporzionalità tra mezzi, personale e numero di trasporti eseguiti. Tale principio, ad avviso del Prof. Campailla, dovrebbe essere esteso anche ai vettori nazionali, per assicurare condizioni di concorrenza equilibrate e contrastare forme di intermediazione “parassitaria”.
Infine, il Prof. Campailla ha evidenziato l’opportunità di reintrodurre strumenti di tracciabilità digitale, come una moderna versione della scheda di trasporto, già prevista in passato e oggi più facilmente gestibile grazie all’informatizzazione del settore.
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